Articoli di Psicologia

Cyberbullismo, la nuova forma di violenza tra gli adolescenti

Pubblicato da: cristina il 23 giugno 2015

L’uso di Internet e dei social network come mezzo di umiliazione viene chiamato Cyberbullismo. In questo articolo vedremo come gli adulti, in particolare i genitori, hanno un ruolo chiave nel sensibilizzare gli adolescenti e come la terapia psicologica possa aiutare le vittime del cyberbullismo.

Cos’è il Cyberbullismo?

Cyberbullismo

Il termine cyberbullismo indica l’uso di tecnologie Internet con lo scopo di umiliare, esporre, stuzzicare o tormentare gli altri. Si sviluppa principalmente in gruppi di pari, di solito tra i preadolescenti e gli adolescenti che appartengono alla stessa comunità o alla stessa scuola.

Wikipedia definisce il cyberbullismo come “un tipo di attacco continuo, ripetuto e sistematico attuato mediante la rete, l’utilizzo di Internet, telefoni cellulari o altri dispositivi impiegati per inviare testi o immagini destinati a ferire o mettere in imbarazzo un’altra persona”.

Tra i più diffusi tipi di offese e attacchi utilizzati nella pratica del cyberbullismo vi sono: osservazioni sessuali indesiderate comunicate on-line, incitamento all’odio, diffamazione, e-mail offensive o minacciose, parlare male di o coalizzarsi contro una persona o un gruppo in un forum pubblico.

A differenza di altre forme di comunicazione on-line, il cyberbullismo ha l’intento di umiliare, prendere in giro o deridere una persona e nel peggiore dei casi, per molestare, danneggiare o tormentare la vittima designata. I bulli che mettono in atto tali comportamenti sono spesso sorpresi dalle conseguenze delle loro azioni e di frequente la mancanza di un feedback diretto e immediato da parte del bersaglio si traduce spesso nell’essere completamente all’oscuro dell’impatto che la loro prepotenza e le loro violenze hanno sulle vittime, che in taluni casi ricorrono anche al suicidio per sfuggire a tali sofferenze.

Se alcuni bulli sono sorpresi dai risultati negativi e a volte devastanti delle loro azioni e esprimono rimorso, altri sono volutamente crudeli e non manifestano alcuna compassione o empatia per la persona o il gruppo che hanno danneggiato.

Il cyberbullismo è cosi devastante poiché le informazioni e le idee si diffondono rapidamente nel mondo digitale ed insulti, foto e cattiverie raggiungono migliaia di persone in pochi minuti.

Il Cyberbullismo è più diffuso nelle scuole medie, meno in quelle superiori e per una minima parte nelle università, in quanto la crescita e l’acquisizione di maturità consente ai bulli di prendere in considerazione le conseguenze delle loro azioni e gli eventuali impatti che queste avrebbero sulle vittime.

Quali sono le differenze tra cyberbullismo e bullismo tradizionale?

La differenza tra cyberbullismo e bullismo tradizionale è che il primo avviene on-line, nel mondo digitale, piuttosto che faccia a faccia. Nel caso del cyberbullismo i bulli possono agire in forma anonima nella privacy della propria casa e possono nascondersi dietro i computer e i telefoni cellulari.

Essendo Internet un luogo sociale al di fuori del contatto fisico ciò rende le ragazze più soggette a diventare delle cyberbulle. Mentre i ragazzi sono infatti più propensi ad abusare fisicamente, le ragazze sono più propense ad abusare verbalmente.

Come possono gli adulti aiutare gli adolescenti?

I genitori, gli insegnanti e i professionisti della salute mentale possono aiutare i ragazzi ad affrontare e risolvere il problema del cyberbullismo. Gli adulti hanno la responsabilità di sensibillizare gli adolescenti e trasmettergli l’importanza di un comportamento etico e rispettoso nella vita come sui social network.

Senza dubbio l’utilizzo dei social network (la cui iscrizione è riservata ai maggiori di 13 anni) non implica necessariamente il verificarsi di questi problemi. L’importante è non perdere di vista le potenzialità e i limiti della comunicazione mediata. La vigilanza delle figure adulte non può essere applicata con la semplice restrizione o privazione.

Se da una parte l’immersione in una realtà virtuale è bene che occupi una percentuale di tempo minima durante la giornata, d’altra parte gli “adulti” (che godono di una identità stabile) devono tenersi allenati a distogliere l’attenzione degli adolescenti dal mondo virtuale: i genitori devono garantire agli adolescenti sufficienti opportunità di identificazione sociale ossia occasioni appaganti e solidamente ancorate alla realtà che possano far fluire liberamente pensieri e emozioni, riconoscere quelle altrui e, non per ultimo, permettere il rispecchiamento sociale. Con questa attenzione l’estensione della rete sociale di un adolescente nella cosiddetta interrealtà apporterà vantaggi e un senso di appartenenza e condivisione non nocivo per l’identità.

Infatti nel mondo digitale a venir meno è soprattutto la capacità di riconoscere le emozioni dell’altro e, di riflesso, di comprendere le proprie; ciò porta ad un disinteresse emotivo.

Per aiutare i ragazzi che sono vittime di cyberbullismo bisogna prestare attenzione ai cambiamenti emotivi e comportamentali. Segnali di allarme sono: difficoltà nel dormire, atteggiamenti depressivi, perdita di peso, rifiuto di frequentare la scuola, mancanza di interesse o interesse eccessivo per il mondo virtuale.

Cercate con loro la comunicazione e se necessario offrite loro la possibilità di confrontarsi con uno psicologo psicoterapeuta esperto di tali problematiche che saprà sostenerlo e potrà consigliare i genitori sui comportamenti da adottare per aiutare i propri figli.

0